Andrea Salvatori, nasce a Faenza, dove ha ottenuto il diploma di maestro d'Arte all'Istituto per la Ceramica Ballardini, scuola dove ha cominciato a maneggiare la terraglia invetriata quando era ancora un adolescente. Ciò che, però, rende Salvatori interessante è che ha portato le sue conoscenze di ceramista all'Accademia di Belle Arti di Bologna, dove si è diplomato in scultura, continuando a coltivare la sua passione per il “ready made” e allargando la sua collezione di pacchiane statuine di porcellana, comprate da lui stesso in mercatini dell'usato dove ama gironzolare. Il suo è un percorso artistico piuttosto originale: Salvatori lavora con le statuine che colleziona modificandole o facendole affiancare da nuovi soggetti. Indubbiamente è l'aspetto kitsch delle sue sculture che colpisce sulle prime; tuttavia, sono la qualità ed i contenuti dei suoi interventi ad incuriosire il visitatore mantenendone vivissima l'attenzione. Le più squisite tecniche dell'artigiano si riconoscono nel modo in cui Salvatori lavora perchè è proprio lì dove la sua esperienza di ceramista si rende indispensabile. L'artista ha infatti deciso di esprimersi rispettando la natura dell'oggetto sul quale o con il quale lavora, obbligando se stesso a riprodurre minuziosamente ogni dettaglio del pezzo originale. Il risultato è sorprendente: è praticamente impossibile distinguere l'originale dall'intervento. Addirittura, si può arrivare a credere che tutta la scultura sia costituita di ready made intelligentemente combinati insieme o che sia nata completamente dalle mani dell'artista. È nei contenuti, però, che la natura scherzosa di Salvatori trova spazio per esprimersi e matura visibilmente. L'obiettivo con il quale l'artista crea non è cambiato: scuotere, sino a capovolgere, le banali storie raccontate da queste statuine. A cambiare e maturare sono, invece, i suoi contenuti resi attraverso una squisita tecnica artigianale al servizio di una grande ironia.
M. Cecchinato