IKEBANA ROCK'N'ROLL
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- Ultima modifica il Martedì, 26 Marzo 2019 17:09
IKEBANA ROCK’N’ROLL
Andrea SALVATORI + Giulio TURCATO
2 Aprile – 31 Maggio 2019
PALAZZO FAGNANI RONZONI
Via Santa Maria Fulcorina 20
MILANO
THE POOL NYC presenta Ikebana Rock’n’Roll, la personale del Maestro della Ceramica Contemporanea, Andrea Salvatori, in conversazione con Giulio Turcato, uno dei principali esponenti dell’Astrattismo Informale Italiano.
Salvatori plasma da sempre la ceramica, materiale inorganico, assai duttile allo stato naturale e rigido dopo la cottura. Se nel 2009, agli esordi con la galleria, l’artista proponeva lavori in cui associava inserzioni in ceramica a pezzi trovati in mercatini d’antiquariato, adesso, per la prima mostra nella sede milanese, esordisce con una serie di vasi spumosi, carichi di materia, formosi, pieni di ritmo e poesia.
Per Ikebana Rock’n’Roll Andrea Salvatori presenta una serie di vasi bianchi con sfere di diversi toni di rosa, inserite come note musicali, a volte più ritmate, altre più calme. Questi lavori sono pensati come Ikebana, dove natura e spirito si fondono nel tentativo di associare la spiritualità orientale con una leggerezza minimale. L’Ikebana utilizza fiori, rami ed altri elementi naturali per realizzare composizioni di grande bellezza.
“La ricerca dell’equilibrio tra tutti gli elementi passa anche dal contenitore. Ci sono numerose scuole di Ikebana e ognuna opta per un arrangiamento particolare. Alcune usano vasi alti e linee verticali, altre invece contenitori poco profondi”. Infatti i lavori dell’artista faentino hanno dimensioni e forme diverse e il vaso abbraccia così il concetto di scultura con una funzione ben precisa.
Per la disposizione pratica dei fiori si punta all’asimmetria, tratto caratteristico del lavoro di Salvatori, il quale crea con la ceramica un’armonia speciale, Allegro, Grave, Vivace, Moderato, proprio come nelle composizioni musicali. Alcuni lavori sono più tormentati, più pieni, rock, altri più poetici, più vuoti.
Quello tra Andrea Salvatori e la stampa 3D è un confronto inedito, esuberante e al contempo composto, fatto di fugaci imperfezioni e di pause ragionate, che origina da un’innata conflittualità tra creazione umana e artificio tecnico, tra uomo e macchina. La macchina, in questo caso, è la stampante Delta WASP 40100 Clay, progettata da WASP per essere al fianco dei ceramisti durante tutto il processo artistico, ripensando radicalmente l’ideazione dell’opera grazie alle innovative opportunità offerte dalla fabbricazione digitale.
La stampa 3D è il simbolo di una nuova corrente artistica, frutto di repertori digitali unici e tuttora non sondati dall’arte contemporanea. La collaborazione tra WASP e il Maestro si prefigge di delineare inediti scenari artistici, in cui routine meccaniche e gestualità scultoree coesistono nel dialogo compositivo dell’opera. Salvatori concepisce questo rapporto con un’intuizione estremamente affascinante: manomettere la perfezione della stampa con una miscellanea di inserzioni ceramiche. Il processo di deposizione del materiale e di incastonatura delle sfere è tema centrale nella collezione Ikebana Rock’n’Roll, al punto da convincere Salvatori a denominare le opere “Composizione 40100”, come scaturite da un dialogo musicale dalle tonalità più svariate.
L’artista sconvolge l’algoritmo reiterato pedissequamente dalla macchina con accenti musicali imperfetti, frutto di volta in volta di azioni spontanee e processi ragionati.
Sorge spontaneo associare le sculture di Salvatori ai dipinti di Turcato: due sperimentatori in fatto di materia.
Giulio Turcato, una presenza costante a La Biennale di Venezia, ha indagato per tutta la vita la materia, usando fluorescenze, pastiglie, sabbie, acrilico e olio.
Nel 1947 Turcato è tra i firmatari di FORMA 1, dove esprime un interesse per una pittura formalista. Nel 1956, dopo un viaggio in Cina, forti sono i riferimenti agli ideogrammi, da cui la nascita dei cosiddetti Reticoli, un trionfo di forme attraverso il colore, che assume una valenza astratta in relazione proprio con se stesso. Col passare degli anni l’artista tende all’assenza della forma.
Agli inizi degli anni ’60 Giulio Turcato viene colpito dalle nevrosi contemporanee e inserisce nei suoi lavori i Tranquillanti, giocando con la materia pittorica e dando vita a composizioni brillanti, astratte, tutte con un piglio musicale. Negli anni delle conquiste spaziali il Maestro inventa opere con sabbie colorate cangianti affermando “la mia ricerca coloristica è orientata verso un nuovo colore…”. È del 1964 la prima Superficie Lunare, realizzata con una striscia di gommapiuma lavorata e combusta. Sarebbe soddisfatto di vedere oggi i toni che hanno assunto i colori da lui medesimo creati.
Nei lavori dell’artista nato a Mantova e mancato a Roma c’è un acceso ritmo informale generato dalla diversità dei materiali usati nelle fasi della sua produzione. THE POOL NYC propone una selezione di opere che spazia dai Reticoli, alle Superfici Lunari, ai Tranquillanti, fino agli Arcipelaghi.
Ikebana e Rock’n’Roll sono in totale contrasto: il primo legato alla spiritualità, il secondo al ritmo di vita terreno e festaiolo. Tutto quanto esiste in natura può essere trasformato in materiale compositivo, purché interpretato nella sua essenza di elemento naturale, riordinato e riespresso e, da inerte, reso vivente. All’origine è dunque la natura, fonte inesauribile di materia prima, modello perfetto che l’uomo può imitare e che l’artista non deve contraffare. Non dimentichiamo che la natura non ripete mai identica una stessa forma, pur moltiplicandola in una quantità potenzialmente infinita.
Per ulteriori informazioni
Tu sei un nome che respira e muove
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Emanuela Ascari, Lucia Baldini, David Casini,T-Yong Chung ,
Franco Pozzi, Nicola Gobbetto, Paolo Gonzato, Dacia Manto, Andrea Salvatori
Rimini, Museo della Città
Via Tonini 1, Rimini
19 maggio- 1 luglio 2012
Apertura 19 maggio ore 18
ingresso libero
info 0541.704416
Il progetto Tu sei un nome che respira e muove nasce come una riflessione sui terreni ampi e complessi da cui trae origine il lavoro artistico.
Il titolo, suggestione derivante dai versi di Maria Angela Bedini, poetessa di nascita argentina, allude in questo caso alla forza, evocativa e creatrice, riposta nei nomi delle cose e degli individui che incontriamo, di cui conserviamo segni e con cui intrecciamo rapporti intellettuali, affettivi, vitali.
Nomi e parole che nel pensiero di ognuno sono soprattutto potenti serbatoi di immagini, capaci di generare rapporti, di spalancare mondi, di mettere in moto processi e percorsi.